Trasformazione, parola chiave per il porto di Ancona. Un percorso di cambiamento legato al cambiamento del mercato come per il settore dei cereali, che ha visto una forte e irreversibile riduzione dei traffici nello scalo.
Una riflessione di mercato che ha contribuito, è stato spiegato in una conferenza stampa nella sede dell’Adsp, assieme all’indispensabilità di una profonda e onerosa manutenzione straordinaria dei manufatti, alla mancata richiesta del rinnovo di concessione demaniale di Silos Granari Sicilia e di Sai, a quanto previsto dalla pianificazione urbanistica, alla decisione di recuperare l’area per altre attività portuali, con relativo abbattimento dei 46 silos complessivi che si trovano alla darsena Marche, 34 del concessionario Silos Granari della Sicilia srl (alti 28 metri) e 12 di Sai srl (alti 44 metri).
Venerdì si è chiusa, in sede di Conferenza dei servizi, la procedura amministrativa per l’intervento di demolizione che sarà realizzato a carico di Silos Granari della Sicilia attraverso un’azienda specializzata. Oggi, dentro l’impianto, inizia la fase propedeutica all’abbattimento dei silos edificati sull’area in concessione.
LA DECISIONE DEL COMITATO DI GESTIONE PORTUALE
Il 31 dicembre 2019 scadranno le concessioni alle società Silos Granari della Sicilia srl e Sai srl che gestiscono i silos utilizzati per i traffici dei cereali nella darsena Marche dell’area commerciale del porto di Ancona. Con le due società concessionarie, l’Autorità di sistema portuale, alla sottoscrizione degli atti a gennaio 2016, si era impegnata a comunicare 18 mesi prima della scadenza le proprie valutazioni sulla futura destinazione di queste aree demaniali. E’ stato, quindi, approvato all’unanimità dal Comitato di gestione dell’Adsp il 27 giugno 2018 un indirizzo sull’area che non prevede più l’utilizzo dei silos.
LE MOTIVAZIONI PRINCIPALI DELLA DECISIONE DEL COMITATO DI GESTIONE PORTUALE
Traffici cereali e politiche nazionali per il settore
Il piano cerealicolo nazionale del ministero delle Politiche agricole e forestali del 2016 prevede la necessità di razionalizzare i flussi logistici, di dismettere i centri più obsoleti, per ragioni logistiche, ambientali e igieniche, e di ammodernare le strutture di ricezione del prodotto e dei sistemi di stoccaggio.
L’analisi dei dati, tra il 2010 e il 2017, della portualità adriatica ha evidenziato la sempre maggiore concentrazione del traffico negli scali di Ravenna (1,9 milioni di tonnellate nel 2017) e Bari (1,6 milioni di tonnellate nel 2017) in quanto scali in prossimità delle grandi aziende di trasformazione. Il porto di Ancona, invece, ha movimentato 217 mila tonnellate, con un continuo trend negativo. Dal 1 gennaio 2018 ad oggi sono state movimentate soltanto circa 20 mila tonnellate.
Costi interventi di manutenzione sugli impianti
Sui silos, costruiti negli anni ’60, sarebbe stato necessario prevedere interventi di manutenzione straordinaria che, una valutazione effettuata da una qualificata società, ha stimato essere di circa 7 milioni di euro. Una cifra difficile da ammortizzare sulla base dei flussi di traffico che hanno caratterizzato l’ultimo decennio, sempre in costante e progressiva diminuzione.
Richiesta di concessione
Alla data del 30 giugno 2018, scadenza della decisione di indirizzo dell’area da parte del Comitato di gestione portuale, non sono pervenute domande di rinnovo di concessione demaniale per l’utilizzo dei silos.
Strumenti di pianificazione territoriale
La demolizione dei silos si configura come azione coerente alle previsioni dello strumento urbanistico comunale vigente. La redazione del futuro Piano regolatore portuale, che la legge prevede come competenza dell’Autorità di sistema portuale, sarà naturalmente effettuata con l’intesa dell’Amministrazione comunale e inquadrerà le future previsioni ad uso portuale dell’area all’interno di una più ampia strategia di sviluppo dello scalo dorico.
Razionalizzazione degli spazi portuali
È stata valutata l’esigenza complessiva dello scalo di disporre di spazi adeguati e dimensionati per sviluppare le tipologie di traffici emergenti o in espansione. Una necessità che troverà una risposta nel prossimo Piano regolatore portuale, che sarà definito dopo la stesura del Piano regolatore di sistema portuale di cui, a breve, sarà affidato l’incarico al gruppo di professionisti che lo redigerà.
Le superfici a disposizione
Questa trasformazione libererà una banchina complessiva di circa 350 metri, con un retro banchina di 33 mila metri quadrati, che insieme all’area ex Bunge, sulla quale si procede per l’acquisizione, di ben 49 mila metri quadrati, creerà uno spazio complessivo di 82 mila metri quadrati, una vera grande opportunità per lo sviluppo delle attività portuali e per la creazione di nuova occupazione.
OCCUPAZIONE
Grazie all’impegno delle organizzazioni sindacali, le 13 persone occupate negli impianti sono al centro dell’attenzione per una ricollocazione. Mercoledì si svolgerà un’ulteriore riunione del tavolo sul “Protocollo per la tutela del lavoro nel porto di Ancona”.
DEMOLIZIONE IMPIANTO SILOS GRANARI DELLA SICILIA
L’azienda apre oggi il cantiere per le operazioni propedeutiche alla demolizione dei 34 silos edificati sulla propria concessione. L’intervento sarà effettuato per la maggior parte con abbattimento meccanico controllato e con tecnologie innovative con microcariche esplosive, realizzato da imprese specializzate e in giornate programmate. A breve sarà definito, dall’azienda demolitrice, e reso pubblico, il cronoprogramma dei lavori, che dovrebbero concludersi entro metà giugno. Altrimenti, l’intervento sarà sospeso durante la massima stagione di traffico dei traghetti per poi riprendere a settembre.
DICHIARAZIONI
“Questa trasformazione è l’evidenza che il porto di Ancona accetta la sfida della modernità e della contemporaneità – ha detto Rodolfo Giampieri, presidente Autorità di sistema portuale -, guarda in faccia l’evoluzione dell’economia e del mercato, che sta crescendo in maniera diversa nello scalo. Il porto cambia e si evolve con il mercato, per continuare ad essere a fianco delle imprese cercando di favorire opportunità per lo sviluppo delle attività portuali e la creazione di nuova occupazione”.
“La riorganizzazione di quel pezzo di città è un tema che ha attraversato la città per almeno trent’anni – ha detto Valeria Mancinelli, sindaco di Ancona -, siamo arrivati adesso ad un punto di svolta positiva per l’evoluzione del porto di Ancona”. L’assessore comunale al Porto, Ida Simonella, ha sottolineato “il valore di un intervento su un’area che segna un salto di discontinuità nella prospettiva di crescita dello scalo dorico, con un orizzonte di sviluppo e di programmazione a medio-termine”.
“Questa è una scelta ponderata e condivisa – ha affermato il contrammiraglio Enrico Moretti, direttore marittimo delle Marche e comandante del porto di Ancona -, che consentirà al porto di recuperare spazi per l’economia portuale e del territorio”.
“Come Camera di Commercio delle Marche – ha detto il presidente Gino Sabatini -, abbiamo oggi un peso e la possibilità di farci ascoltare sui tavoli nazionali dove siamo pronti e disponibili a condividere, con Comune di Ancona e Autorità di sistema portuale, ogni iniziativa che possa favorire la realizzazione di progetti di ulteriore crescita di quest’area e della sua economia, a cominciare dall’indispensabile collegamento fra porto e grande viabilità”.